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THE BLUES BROTHERS Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 25 dicembre 1985
 
di John Landis, con John Belushi, Dan Aykroyd, The Blues Brothers Band (Stati Uniti, 1980)
 

John Landis sembrava essersi guadagnato un suo posticino nel campo periglioso (basta guardare cos'è successo a Mel Brooks, tanto per dirne una) del cinema burlesco e parodistico. Il suo ultimo NATIONAL LAMPOON ANIMAIL'S HOUSE, visto anche da noi, conteneva ancora accenti freschi ed ispirati. Negli Stati Uniti devono comunque prenderlo sul serio, se per questo THE BLUES BROTHERS gli hanno affidato trenta milioni di dollari, ed alcuni specialisti della musica soul e jazz di grande fama

La vicenda, due ex-musicisti che cercano di rimettere assieme un'orchestra di successo malgrado tutta una serie di avversità burlesche, costituisce un semplice pretesto per introdurre i numeri musicali in un ritmo di gag e di dinamiche spettacolari. Anche se le trovate non tutte funzionano, ma l'interesse del film sta altrove. Gli amatori gongolino, c'è l'inseguimento automobilistico, il carosello di macchine che entra, sfondando porte e vetrine, in uno shopping-center. Quanti di quei trenta milioni di dollari siano serviti a questa scena, nella quale le automobili impazzite scaraventano in aria empori interi, è di difficile valutazione. A cinque anni distanza sappiamo in compenso quanto THE BLUES BROTHERS sia diventato, dopo un avvio non proprio dirompente, uno degli emblemi ormai storici della consacrazione cult.

Certo, sulle due ore e venti della pellicola ci sarebbe anche da sfrondare. Certo, il film è tutto (a tratti un filo fastidiosamente) sopra le righe: ma è genialmente sopra le righe. A cominciare grazie all'invasione dei due allucinati protagonisti presi in prestito dal Saturday Night Live, John Belushi Dan Aykroyd; elementi trainanti anche una volta estraniati dalle strade di Chicago percorse con la polizia incollata al parafango della loro (" Nostra Signora della santa celebrazione non ci abbandonare ora") scatenata Bluesmobile. Autore della demenziale sceneggiatura, la coppia è destinata ad imprimersi nella memoria di ogni cinefilo: non fosse che per la mitica acconciatura, completo nero e cappello eventualmente sdruscito, camicia bianca e cravatta; e gli occhiali, i mitici come il resto Rayban, da sole anche alla mezzanotte in Times Square.

Infine, se proprio lo spettatore è costretto a scegliere, rimane la stella inconfondibile e onnipresente che illumina per sempre THE BLUE BROTHERS, la colonna sonora. I nomi di Aretha Franklin, Ray Charles, James Brown, Cab Calloway parlano da soli: ma il prorompente, ininterrotto soul jazz di quegli anni ottanta s'inserisce nella formidabile vitalità dei ballerini e degli ambienti finirà per imprimersi nella memoria, più ancora nei sensi dei più refrattari...


   Il film in Internet (Google)

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